1. Miharu no Tamashin
    ovvero, l'anima di Miharu

    AvatarBy Miharu Kudo il 11 April 2015
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    Le parole sono importanti.
    Lo diceva Nanni Moretti in un vecchio film e lo credo anche io. Da ciò l'idea di raccontare, con le mie parole, le passioni che vivo: lettura e scrittura.
    Sono importanti, infatti le parole dette, tanto quanto quelle scritte e di conseguenza lette, per non parlare di quelle taciute, che possono celare un pensiero che non si riesce ad esprimere, o che non si vuole esprimere.
    A volte le parole ti sommergono come un fiume in piena, ti tramortiscono e ti stordiscono, perché così vuole chi le ha pronunciate, con l'obiettivo di manipolare con un linguaggio ridondante la mente stanca di chi ascolta.
    Altre volte è assordante il silenzio prodotto dalla loro assenza e pesante il dubbio prodotto da quel silenzio. Perché non ho risposta alle mie parole? Non sono state comprese, sono state fraintese? Oppure sono causa di totale disinteresse?
    Le parole sono importanti. Senza di esse non si può instaurare il benché minimo rapporto con il prossimo, sia esso il superficiale saluto scambiato tra persone che si incrociano per strada, o la conversazione, scritta o parlata, che scaturisce a tu per tu, o anche solo attraverso una chat. Attraverso le parole si apre il proprio cuore, si mostra il proprio interesse, si cerca di fornire un appiglio o di trovare un punto di incontro, o uno spunto di riflessione.
    Anche una domanda apparentemente sbadata, può celare un'intenzione più profonda, che il più delle volte non viene colta.
    Le parole sono importanti, come importante è ascoltarle. Non tutti riescono a farne l'uso desiderato, soprattutto utilizzando la voce, ma per alcuni di essi corre in aiuto la fidata penna, che mediante il foglio comunica col mondo, o la tastiera, come in questo momento accade a me, che con questo mezzo spero di comunicare il mio pensiero a chi avrà la bontà di leggere. E in entrambi questi casi vale la forma Verba volant, scripta manent. I latini sapevano bene il fatto loro.
    Non c'è maggior difficoltà del cercare un canale di comunicazione biunivoca, con chi di parole ne usa poche. Si vorrebbe donare i propri pensieri in aiuto di chi non riesce a rendere manifesto ciò che si cela nell'animo, ma purtroppo ciò non è possibile. E colui che inevitabilmente si ritrova a recitare un non voluto monologo ne è dispiaciuto, se non frustrato.
    Le parole sono importanti, è vero, ma a volte un piccolo gesto parla più di mille oratori che si sfidano a singolar tenzone.
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